Arcipelago Sparty. Gli atolli artificiali dove si gioca la partita per la sovranità del mondo

L’arcipelago delle Sparty è composto da un gruppo di piccoli atolli e di scogli, siti nel Mar Cinese Meridionale, su questi atolli, rivendicano diritti le Filippine, il Vietnam, la Cina, la Malesia, Taiwan ed il Brunei. Questi piccoli lembi di terra, stanno acquistando nel tempo sempre maggiore valore, sia per la loro posizione strategica, di qui passa un terzo del commercio mondiale, che per la presenza di ricchi giacimenti petroliferi nei suoi fondali.

La Cina reclama il controllo del 90% dell’arcipelago e dal 2012 ha iniziato un processo di colonizzazione degli atolli. Dalle immagini satellitari gli americani hanno potuto seguire il processo di costruzione di due isole artificiali, quella di Subi e quella di Mischief, che da poco più che scogli sono state trasformate in veri e propri avamposti cinesi, con radar, moli, fari, e piste di atterraggio e decollo di ben 3km.

La Casa Bianca ha deciso di mostrare i muscoli quando lunedì, ha inviato il cacciatorpediniere USS Lassen facendo varcare il perimetro delle 12 miglia, riconosciuto come confine nazionale.

Il gesto di forza americana che nelle parole di un portavoce di Washington è stato fatto “In nome della libertà di navigazione” ha preso ancora più rilevanza perché avvenuto durante il Plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. 

Lu Kang, portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, ha dichiarato che “la Cina reagirà fermamente a questa sconsiderata provocazione“. Le autorità cinesi hanno convocato l’ambasciatore USA, Max Baucus, presso il Ministero degli Esteri e hanno comunicato che gli Stati Uniti d’America devono smetterla di minacciare la sovranità e la sicurezza cinese.

Nella notte di martedì il Ministro della Difesa di Pechino ha dichiarato che due imbarcazioni militari cinesi, la Lanzhou e la Taizhou, hanno avvertito il cacciatorpediniere della marina americana di abbandonare le acque della disputa.

Questo arcipelago di 700 isolotti si è trasformato in uno scacchiere decisivo per gli equilibri mondiali, con la nuova strategia di potenza del Presidente Xi Jinping, questi isolotti artificiali assumeranno il ruolo di avamposti militari cinesi, che torneranno utili a Pechino per bilanciare la disparità con la flotta americana, che può contare su più di una decina di portaerei mentre i cinesi ne hanno una sola.

Un nuovo ordine mondiale si sta delineando all’orizzonte, la Cina ha tutte le ambizioni e le carte in regola per poter guidare questo processo, l’incubo americano di perdere la leadership mondiale sta diventando realtà, e se Xi Jinping assicura che troppi sono i legami economici tra le due potenze per poter anche solo pensare ad uno scontro vero e proprio, nessuno può assicurare che dei piccoli incidenti non diano il via ad una resa dei conti.

D’altronde per ogni potenza che emerge ce n’è una che declina e solitamente la guerra diventa inevitabile

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