Ben Carson

Ben Carson, nato a Detroit il 18 settembre del 1951, è il candidato alle primarie che più di ogni altro rappresenta il sogno americano, un black dream nato nella povertà, da una madre che si è sposata a tredici anni, che ha divorziato quando ha scoperto che l’uomo aveva un’altra famiglia. La ragazza rimasta sola con due figli da crescere e riesce comunque a tirare avanti con forza, entrando ed uscendo dalle cliniche psichiatriche, riesce però a dare i giusti stimoli ai figli che si realizzano entrambi studiando.

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Nel 1965 Ben Carson entra alla prestigiosa Yale con una borsa di studio, per mantenersi è costretto a fare svariati tipi di lavoro ma non molla, persevera e nel 1973 entra alla Ann Arbor, la facoltà di medicina del Michigan, tra le più importanti del paese.

Nel 1975 sposa Candy incontrata a Yale e inizia la sua scalata nel mondo della neurochirurgia, raconta di aver capito di poter diventare un ottimo chirurgo lavorando in fonderia quando si è accorto della straordinaria coordinazione mano-occhi di cui poteva disporre.

Nel 1976  vince l’internato in neurochirurgia al Johns Hopkins Hospital e da quel momento in poi inizia ad affermarsi sempre di più nel mondo della chirurgia raggiungendo la fama mondiale. Per un anno, il 1983, lavora a Perth in Australia dove continua la formazione e perfeziona alcune tecniche, l’anno seguente torna a Baltimora dove deve continuare a combattere contro i comportamenti razzisti che lo vedono al centro di svariate storie di intolleranza soprattutto nel rapporto con i pazienti.

Nel 2002 a causa di un tumore alla prostata rallenta la sua attività ma riesce a battere la malattia, nel 2009 esce un film sulla sua vita intitolato “Il Dono”, ha scritto tre best seller tradotti in svariate lingue. Sarebbe potuto essere il vero outsider, la vera figura magica di questa corsa elettorale purtroppo la bugia sulla sua ammissione  a West Point lo ha distrutto nei sondaggi e prima che la corsa inizi sembra già non aver ossigeno a sufficienza. Il chirurgo che veniva dal nulla, il nero che era riuscito a diventare uno degli uomini più bravi in uno dei campi più difficili della chirurgia, ha sbagliato in uno degli aspetti ai quali l’elettorato USA è più sensibile, la verità; chi mente, anche se la bugia è veniale, modifica la percezione che il pubblico ha di quel personaggio. In un’elezione dove l’apparato mediatico-comunicativo, conta forse di più dei programmi politici e delle storie individuali, errori del genere non sono tollerati.

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