I Discorsi della Domenica: Camilo Cienfuegos, il signore dell’avanguardia, il comandante del sogno cubano.

Queste settimane sono state segnate da ciò che sta accadendo nei rapporti tra Cuba e gli USA, dalle immagini del presidente nero che arriva nell’isola che per decenni ha terrorizzato tutti i leader americani, che parla ed incontra il fratello di quel leader immortale che è Fidel, davanti alla foto del Che che conserva quello sguardo sognante. Il discorso di questa domenica non poteva non essere un discorso cubano, di un uomo che ha lottato e ha sacrificato tutto per quell’isola e per il sogno che ha rappresentato, il sogno di una società giusta nella quale lo sfruttamento dei più deboli non sarebbe stato accettato, nella quale finalmente, i padroni avrebbero chinato il capo.

Camilo Cienfuegos è stato il comandante di quella rivoluzione che liberò Cuba da Batista e dal giogo americano, è stato il comandante rivoluzionario più amato dal popolo, quello che ancora oggi accende i cuori e le speranze dei cubani, quello che forse anche più del Che, è rimasto alla base del sogno cubano nella cultura popolare dell’isola. Camilo, anche detto “il comandante del Popolo“, era un uomo dalla storia difficile ma prettamente cubana, nato da anarchici spagnoli emigrati a cuba, emigrato negli States per cercare fortuna si era scontrato con il lato duro del capitalismo e aveva ripreso anche lì le sue lotte politiche, espulso in Messico, rientrato a Cuba, arrestato e bollato come comunista e poi finalmente trionfante al fianco di Fidel e di Guevara.

La sua morte è per alcuni ancora un mistero, il suo aereo precipitò in seguito ad uno strano cambio di rotta, la sua figura resta ancora oggi la più amata dai cubani e la più rispettata. Di lui il  Che disse: “Camilo era Camilo, signore dell’avanguardia, guerrigliero completo che sapeva imporsi in quella guerra con sua la giovialità“.

La Cuba che sognava Camilo, quella che sognava Guevara e forse anche quella che sognava Fidel, non ha mai visto la luce; i rapporti internazionali della guerra fredda strinsero la piccola isola in un conflitto globale che rese impossibile la sua indipendenza ed il suo percorso. Resta però l’ostinazione di un gruppo dirigente che è riuscito per un lunghissimo periodo a tenere testa agli USA anche dopo la caduta del muro. Ad oggi l’occidente non ha lo stesso fascino degli anni novanta, anche i Rolling Stones, che hanno suonato all’Havana per la prima volta, non hanno più quella carica degli anni 70; quel mondo luccicante, ricco ed opulento mostra un’immagine ferma e vecchia di sé; Cuba, con la sua storia, la sua ostinazione e con la sua caparbietà non si è arresa, non ha smesso di resistere ha solo aperto le sue porte ad un mondo che non può più spaventare nessuno.

“Tanto alta e ferma come la Sierra Maestra sono oggi la dignità, come l’onore ed il valore del popolo di Cuba. Tanto alto come il picco invincibile del Turquino, è oggi e sarà sempre l’appoggio di questo popolo cubano alla Rivoluzione, che è stata fatta per questo popolo cubano.  

In questo pomeriggio si dimostra che non importano i vili tradimenti che si possono fare a questo popolo e a questa Rivoluzione, non importa che vengano aerei mercenari pilotati da criminali di guerra e protetti dagli interessi poderosi del governo nordamericano, perchè qui  c’è un popolo che non si fa confondere dai traditori, c’è un popolo che non teme l’aviazione mercenaria.

Perchè il popolo di Cuba sa che per ogni traditore che sorge ci saranno nuove leve di rivoluzionari a favore del popolo 

Perchè il popolo cubano sa che per ogni traditore che sorge, ci saranno mille soldati ribelli disposti a morire difendendo la Patria e la sovranità conquistate da questo popolo, perchè vediamo i cartelli e udiamo le voci di questo popolo coraggioso che dice: “Avanti Fidel, che Cuba è con te. 

E oggi l’Esercito Ribelle, gli uomini che sono andati sulle montagne, gli uomini che non si vendono per interesse, che non hanno paura, gli dicono“Avanti Fidel, che l’Esercito Ribelle è con te

Perchè oggi si dimostra che così come ventimila cubani hanno saputo morire per conquistare questa libertà e questa sovranità, c’è un popolo intero disposto a morire, se è necessario, per non vivere in ginocchio! 

Perchè per fermare questa Rivoluzione cubanissima deve morire un popolo intero e se questo succederà, saranno una realtà i versi di Bonifacio Byrne: “Se distrutta in minuscoli pezzi vedrò  un giorno la mia bandiera, i nostri morti alzando le braccia la sapranno difendere ancora…” 

Ci metteremo in ginocchio e una volta inclineremo le nostre fronti e sarà il giorno che giungeremo nella terra cubana  che custodisce ventimila cubani, per dire “Fratelli, la Rivoluzione è fatta  e il vostro sangue non è stato versato invano”. 

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