La democrazia può ancora vincere

La democrazia è stata sconfitta, schiacciata dalla forza dei nuovi movimenti populisti e xenofobi, svuotata dalla iper-burocratizzazione delle procedure, resa inerme dalla velocità della comunicazione di oggi, vilipesa dai corrotti e dai corruttori.

I sistemi democratici oggi risultano lontani dal sogno di partecipazione e libertà che aveva coinvolto enormi masse popolari nei decenni precedenti. Il sogno democratico è morto sotto le bombe sganciate in nome dell’esportazione democratica, è svanito nel momento in cui si è deciso di lasciare che agli interessi comuni dovessero essere anteposti quelli dei numeri falsati di teorie economiche che avevano tanto di politico e pochissimo di scientifico.

Il sogno democratico è stato tradito da tutti coloro i quali hanno deciso di lasciare liberi i capitali ed inchiodare gli esseri umani alle proprie povertà.

Abbiamo svenduto un sogno, lo abbiamo lasciato affogare nell’impossibilità di essere tempestivo. Oggi mentre nei parlamenti e in tutte le istituzioni rappresentative si prova a discutere o peggio si perde tempo in polemiche finte e vuote, fuori da quei consessi si consumano conflitti sui quali quelle discussioni non influiscono, nei confronti dei quali quelle parole e quei procedimenti burocratici si mostrano lontani ed ininfluenti.

Mentre nei parlamenti si discute e si legifera con tempi che sono rimasti in quel mondo saldo e lento dei decenni passati, fuori le masse si informano in maniera tempestiva, il consenso si forma e si disfa in maniera tanto immediata e compatta, quanto volatile e superficiale, l’intero schema sociale globale si erode e si ricostruisce in tempi così brevi che rende difficile ogni tipo di analisi, le paure delle persone aumentano e diventano irrefrenabile secondo dopo secondo, notizia dopo notizia, post dopo post.

Negli anni si è creato un vero e proprio solco tra i tempi delle istituzioni e quelli della vita normale. Da questa linea di faglia, che si allarga sempre di più in maniera inesorabile, si genera quello scollamento tra politica e realtà sociale, tra cultura e mondo da rappresentare, tra gli esseri umani ed i sistemi istituzionali, distanze che sono alla base della crisi attuale del sistema mondiale.

Questa discordanza di tempi, questa impossibilità di sincronia tra le istituzioni e la realtà, genera quell’effetto davanti al quale ci ritroviamo oggi, in una società nella quale la politica è marginale ed ininfluente sulle reali difficoltà e sulle paure delle persone e, contemporaneamente, è invece individuata come la base del problema da un numero sempre maggiore di cittadini.

La sfida davanti alla quale si trovano i movimenti democratici contemporanei, è la capacità di studiare e realizzare nuovi sistemi di rappresentanza basati su tempi di azione istituzionali congrui ai tempi della società contemporanea. Le nuove generazioni devono avere il coraggio e la forza di mettere in campo nuove idee sulle quali poter riscoprire quel valore universale di rappresentanza senza cedere alle tentazione di creare regimi che nascondono dietro una finta partecipazione, una restaurazione di vecchi sistemi di poteri nei quali si cela, sotto la voglia di velocizzare le procedure burocratiche ed istituzionali, il tentativo autoritario di concentrare il potere nelle mani di un unico  uomo solo al comando.

Ricucire i tempi, ritornare ad immaginare un sistema democratico che funzioni davvero e che possa essere in grado di dare risposte vere alle inquietudini gigantesche della società moderna, sono le uniche strade attraverso le quali è possibile ridare slancio alla democrazia.

Si può anche pensare che la democrazia abbia perso, ma bisogna ammettere che non esiste, nella storia, un regime politico che abbia dato maggiore libertà e giustizia sociale agli esseri umani ed è da questo punto fondamentale per il futuro dell’umanità che bisogna ripartire con forza e convinzione per riaffermare la democrazia come miglior modo di organizzare la convivenza tra esseri umani.

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