LA DEMOCRAZIA VIVE SE SI RISPETTANO I LUOGHI E LE ISTITUZIONI CHE LA RAPPRESENTANO

I fatti accaduti oggi durante il consiglio regionale della Campania, sono solo l’ultimo capitolo di una lunga storia di squallide scene alle quali purtroppo il nostro paese si sta lentamente abituando.

171513805-8bea18e7-f8f2-4511-b244-a75d392010a9

A partire dal 16 marzo 1993, quando in piena tangentopoli il senatore Leghista Luca Leoni Orsenigo, fece sventolare il cappio in aula; passando per la mortadella e lo spumante che i due senatori del PDL, Nino Strano e Domenico Gramazio, consumarono in aula per festeggiare la caduta del governo Prodi. Poi sono arrivati i tempi dei grillini, le occupazioni, i lanci dei regolamenti, le urla, lo strapparsi le vesti per il pericolo che il nostro stato resti una dittatura, il continuo delegittimare ogni istituzione perché corrotta, i gesti da bordello del nuovo duo, i senatori verdiniani Barani e D’anna, tutto in un continuo show nel quale, pur di trovare visibilità, si è disposti a mettere in ridicolo l’intero sistema democratico.

mortadella_in_aula_parlamentare

Eppure quelle aule, dal consiglio comunale del più piccolo comune italiano, passando per i consigli regionali per arrivare fino ai palazzi romani, dovrebbero essere sacre. Dovrebbero rappresentare il luogo fondamentale della nostra repubblica, dovrebbero essere i luoghi dove far vivere la democrazia. Quella democrazia che con sacrifici giganteschi e pagando un prezzo di sangue enorme, quella generazione di eroi ci ha garantito.

Quelle aule però non sono state infangante e rese ridicole solo da quei gesti. Spesso, troppo spesso, l’azione di chi in quelle aule avrebbe dovuto svolgere il ruolo principe di rappresentate del popolo, è stata così vile e così lurida, da rendere quelle aule non dei luoghi sacri della democrazia ma bensì dei luoghi utili a garantire interessi privati.

In quelle aule fu votato che Ruby era davvero la nipote di Mubarak, dalle aule dei consigli comunali sono nate mafia capitale e tantissime mafie provinciali. Da chi a quelle aule dovrebbe riferire e mettere conto, è stata continua la delegittimazione continua e pedante di ogni tipo di istituzione democratica.

I grilli campani oggi hanno sbagliato. I luoghi della democrazia si rispettano, soprattuto in giorni come questi, soprattutto quando l’intero sistema delle libertà democratiche occidentali è sotto attacco. Le scene di chi cerca, non arrivandoci con i numeri, di far tacere l’altro con le urla, sono tristi, sono un atto di violenza, un atto di fascismo becero e vigliacco.

Però non sono solo i grillini a vilipendere continuamente le nostre istituzioni democratiche. Troppi politici hanno cavalcato l’onda dell’uomo solo al comando, del non perdiamo tempo a discutere, del bisogna fare e basta e allora io faccio.

In primis Vincenzo De Luca , è sempre stato un uomo solo al comando, che non sopporta il contraddittorio, che spesso e volentieri con le parole ci va giù pesante anche se deve farlo nei confronti delle istituzioni democratiche. Lui che quella democrazia non l’ha mai sopportata, che i contrappesi non li ha mai amati; lui che ha definito il giornalismo di Rai3 come cammorismo giornalistico, lui che ha definito l’onorevole Bindi, presidente della commissione antimafia, come indegna di esistere, lui che degli altri dice tutto ed il contrario di tutto.

Davanti alle immagini di Parigi in ginocchio sotto i colpi del terrorismo, molti si riscoprono finalmente democratici, ma la democrazia non è la libertà di dire e fare ciò che si vuole. La democrazia per esistere, per poter reggere come regime, deve avere delle regole; c’è bisogno che il popolo riconosca ad alcune istituzioni la sacralità che gli spetta. C’è bisogno che ognuno di noi riscopra e riviva quotidianamente l’importanza di ciò che i nostri padri e le nostre madri costituenti ci hanno lasciato.

C’è bisogno che ognuno di noi abbia il coraggio non solo di riconoscersi nella nostra Repubblica e nei suoi valori democratici, ma che sia pronto a difenderli da ogni tipo di attacco, soprattutto da quei comportamenti che cercano di svuotare le istituzioni repubblicane della loro profonda carica di rappresentanza e serietà.

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *