LA RIVOLUZIONE DI VELLUTO. 26 ANNI FA GLI STUDENTI NON LIBERARONO SOLO PRAGA
È il 17 novembre del 1989, un giovedì, Praga torna ad essere quella capitale coraggiosa che lotta per la sua libertà. Era già successo in passato, il popolo cecoslovacco ci aveva già provato a tornare sovrano, in quella primavera che passerà alla storia, durante la quale i cittadini pagarono col sangue la loro voglia di cambiamento ed i blindati sovietici giunsero fino in piazza Venceslao.
Furono gli studenti a metterci la forza, la faccia e le idee.
Nella Praga del 1989 il 17 novembre è una data importante, si festeggia la Giornata Internazionale degli Studenti per commemorare una storia tutta cecoslovacca che però ha segnato l’umanità e che, come spesso accede con le storie cecoslovacche, riguarda i giovani e gli studenti.
Il 28 ottobre del 1939, in una Praga sotto il controllo tedesco, le autorità naziste sedarono nel sangue, una protesta degli studenti della facoltà di medicina dell’Università Carolina che commemoravano l’indipendenza della Cecoslovacchia. Uno studente di appena 24 anni, Jan Opletal, fu colpito dai nazisti che spararono sulla folla, il ragazzo morì l’11 novembre per le ferite riportate. Il 15 novembre il trasferimento del feretro del giovane martire si trasformò in un corteo di studenti che invasero le strade, una vera e propria manifestazione degli studenti contro il nazismo. La repressione delle autorità naziste fu violenta e spietata, le scuole furono chiuse e 1200 tra studenti e professori furono arrestati e deportati in campi di controvento nazisti. Il 17 novembre nove tra professori e studenti, furono giustiziati senza processo.
Il 17 novembre del 1989, l’Unione Socialista della Gioventù, l’organizzazione giovanile del partito comunista, organizza la commemorazione di quella giornata di anti-nazismo studentesco, riuscendo a portare in piazza un numero impressionante di studenti, circa 50.00. In quella piazza cova il dissenso verso l’unione sovietica, la rabbia di anni di soprusi, il ricordo mai spento di Jan Palach e del suo sacrificio. Quegli studenti sentono di essere parte di una storia lunga fatta di lotte e battaglie, che dal sacrificio di Jan Opletal fino a quel giorno, passando per i fatti della primavera di Praga segna la storia di ostinata ribellione ad ogni forma di potere oppressivo. Quei ragazzi sapevano di avere il compito e la forza per compiere l’ultimo passo verso l’agognata libertà.
Gli striscioni contro l’unione sovietica e contro il partito comunista cecoslovacco appaiono a sorpresa, e i cori per la libertà iniziano ad inondare le strade. La caduta del muro di Berlino e la politica di Gorbachov danno coraggio a tutti coloro che sognano la fine del regime.
La carica della polizia è immediata, gli scontri si propagano su tutto il territorio nazionale, in pochissimi giorni, senza spargimenti di sangue, senza che forse il mondo se ne accorgesse neanche, il regime comunista cecoslovacco si dissolve. Il 20 novembre mezzo milione di manifestanti invade Prga e Milos Jakes, segretario del Partito Comunista Cecoslovacco, è costretto a dimettersi.
Il 29 dicembre del 1989 Vaclav Havel, leader delle manifestazioni studentesche, fu nominato Presidente della Repubblica e il 10 dicembre Alexander Dubcek, l’uomo della primavera di Praga, il leader del socialismo dal volto umano, fu nominato Presidente della Camera.
I due uomini che erano stati la rappresentazione del cambiamento e delle lotte per la libertà erano ora a capo del paese. Nel giugno di quell’anno si tennero le prime elezioni democratiche e dopo 44 anni la Cecoslovacchia ebbe un governo non comunista.
Questa è la storia della giornata che oggi si commemora nelle scuole di tutto il mondo, una storia che negli anni sembra aver perso il suo smalto, soprattutto perché difficilmente viene ricordata davvero. La storia di questa commemorazione ha in se una potenza enorme, racchiude un significato profondo che spaventa le classi dirigenti anche del mondo libero. Gli studenti possono essere la forza del cambiamento, i giovani posso davvero cambiare le cose, i cecoslovacchi con la loro Storia lo hanno dimostrato a più riprese. Dovremmo ricordarlo sempre, ogni volta che una manifestazione studentesca scende nelle piazze dovrebbe avere ben in mente quale sia la sua potenza. Quella storia di orgoglio e coraggio studentesco, troppe volte è stata offesa; ogni manifestazione inutile, ogni battaglia non vera affrontata in maniera strumentale da sediziose organizzazioni studentesche rischiano di infangare questa memoria.
Gli studenti hanno il dovere di capire la potenza di cui possono disporre, hanno il dovere di mettersi in moto e scendere in piazza con quel coraggio. Perché se lo stato reprime, sempre con violenza inaudita le manifestazioni studentesche è perché sono le uniche che possono davvero cambiare le cose, sono le uniche che possono mettere, se hanno presupposti seri e motivi validi, in discussione l’esistenza stessa di un regime politico.
Questo dovremmo ricordare, il coraggio di quegli studenti che si caricano sulle spalle il duro compito di cambiare il mondo. La rivoluzione di velluto fu un esempio meraviglioso di non violenza e di orgoglio, ma soprattuto fu un esempio altissimo di follia di alcuni ragazzi che credettero davvero di poter cambiare il mondo solo con le loro idee e con i loro corpi, senza armi, senza sangue, con il coraggio e la fantasia tipici degli studenti.