NASCE “SINISTRA ITALIANA”. L’ennesima cosa rossa che questa volta parte già sbiadita

In uno stracolmo teatro Quirino di Roma, alla presenza di una trentina di parlamentari, sotto gli occhi qualche eurodeputato e di molte vecchie glorie delle varie cose rosse che hanno riempito la storia della sinistra italiana, oggi è nato un nuovo insieme politico.

Il nome, già usato dai socialisti, non è uno di quelli che lascia il segno e anche il simbolo di quella che dovrebbe essere la nuova, o forse meglio l’ennesima, cosa rossa, lascia intravedere segnali di sbiadito passato che cerca di ritornare in auge.

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Il rosso ha lasciato il posto ad un arancione che non riesce ad avere lo stesso effetto di stimolo passionale.

Fuori dal teatro si intona Bella Ciao, dentro il pubblico rimprovera quei pochi relatori che non utilizzano la parola compagni, le facce sono speranzose, gli occhi e le parole sembrano colmi di nostalgie per un mondo che davvero sembra lontano. Eppure il partito laburista inglese ha appena sancito una forte sterzata a sinistra, ma qui da noi il Partito Democratico tira dritto con il suo leader Renzi, che nonostante le bordate dei fuoriusciti pd continua a raccogliere consensi nella società.

Ci sono tutti gli anti-renzi, i fuoriusciti del PD, quei 6 che aggiunti ai 25 di Sel, presente in tutte le sue componenti dirigenziali, manca solo Vendola trattenuto a Bari da gravi problemi di famiglia, andranno a formare i gruppi parlamentari del nuovo soggetto politico.

C’è il vecchio giovane turco Stefano Fassina, c’è D’Attorre, bersianiano di ferro, ci sono i riesumati Fabio Mussi e Cesare Salvini, ci sono gli ex disobbedienti come Luca Casarini, c’è Valentino Parlato, il premio Nobel Stiglitz, c’è Arturo Scotto, Claudio Fava, ci sono le rappresentanze e gli organizzatori di L’Altra Europa con Tsipras.

C’è tutta quella sinistra che negli ultimi mesi ha urlato negli studi televisivi e ha cercato di trovare qualcuno che li ascoltasse nelle piazze, tranne quel Landini che tutti sognavano come leader di un movimento di sinistra e quel Civati che, per primo, ebbe l’ardire di abbandonare il Partito Democratico.

Nasce un qualcosa che non parla al popolo della sinistra, non parla agli ultimi, non parla ai giovani. Nasce un soggetto politico che parla ai vecchi gruppi di potere sindacali e alle vecchie nostalgie di un partito che molti in quella sala hanno osteggiato e combattuto quando ancora esisteva.

Nasce l’ennesima sotto-categoria della sinistra italica, nasce non su un progetto, non su un bisogno della società, non nasce come Podemos, né tantomeno come Syriza di Tsipras, non nasce come il rosso Corby che ha vinto un congresso per poter guidare il Partito Laburista inglese.

Nasce purtroppo l’ennesima formazione contro qualcuno, nasce un gruppo che raccoglie gli odi anti-renziani e nasce con un progetto chiaro e serio che si basa sulle profonde parole di Fassina, lo stesso che è stato sottosegretario in un governo di coalizione con Silvio Berlusconi: “Sinistra Italiana ha una proposta di governo alternativa al liberismo da Happy Days del segretario PD“.

La consistenza, la validità e la concretezza la vedremo subito alle prossime amministrative, e sui territori saranno molti i comuni nei quali questa formazione sarà pronta a fare accordi e patti con il diavolo renziano.

Nasce un qualcosa di già visto, l’ennesimo aborto della sinistra italiana, nasce un passato già sperimentato che puzza di vecchio, che ha i colori della nostalgia e della mera rappresentanza. Nasce attraverso un metodo che a nulla ha portato le passate esperienze simili e che a nulla porterà questa nuova/vecchia realtà. 

Nasce Sinistra Italiana, purtroppo nasce un soggetto già morto.

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