OPERAZIONE URANO 19/11/1942: L’INIZIO DELLA FINE DELLA II GUERRA MONDIALE

L’operazione Urano è una delle azioni di guerra meglio riuscite della storia. Fu la controffensiva grazie alla quale l’Armata Rossa sbaragliò le truppe della Wehrmacht e diede inizio a quella lunga marcia che portò i russi fino a Berlino.

La strategia usata dai sovietici fu quella di una manovra a tenaglia che aveva come obiettivo quello del doppio accerchiamento delle truppe naziste.

Fu un operazione lampo, ci vollero solo 4 giorni di guerra perché l’Armata Rossa si ricongiungesse il 23 novembre del 1942 a Sovetskij tra le scene di giubilo e di incredulità di quei generali che sarebbero entrati di diritto nella storia russa.

A prendere tempo furono però i preparativi, era infatti un’operazione gigantesca che sicuramente era al di sopra delle  capacità organizzative dimostrate fino a quel momento dall’apparato militare sovietico. L’idea fu presentata a Stalin in una riunione del “Quartier Generale delle Forze Armate” tenutasi al Cremlino, durante la quale il generale Georgij Zukov, l’uomo che dopo la guerra entrerà nel mito come colui che non ha mai perso una battaglia, il generale che i suoi uomini chiamavano Spasitel, il salvatore, e che Chrushev, impaurito, allontanerà dal potere; ed il generale Aleksandre Vasilevskij proposero quella che loro stessi prospettarono come una nuova soluzione, la Kontrastuplenie: l’offensiva contemporanea sui due fianchi, sia sul Don che sul Volga.

Stalin si dimostrò in un primo momento dubbioso anche a seguito dei fallimenti precedenti e soprattutto perché si rendeva conto dei limiti tecnologici di un esercito ancora impreparato rispetto a quello tedesco, ma le cose stavano cambiando.

Mentre si sarebbero messi in piedi tutti preparativi per l’offensiva strategica, sarebbe stato compito del generale Cujkov, anch’egli sta per diventare un eroe vivente dell’Unione Sovietica stalinista, di resistere ai tedeschi sul volga, senza rifornimenti e rinforzi, perché tutte le forze sarebbero state concentrate per la preparazione del grande attacco.

I preparativi sarebbero dovuti durare al massimo venti giorni ma le cose si prolungarono e il ritardo pesò sulle spalle di quegli uomini che sfiniti continuavano a combattere in condizioni disumane. Era però prevedibile, vi erano, infatti, lampanti carenze organizzative nell’apparato militare russo, in più la necessità di dover mascherare l’operazione al nemico rendeva le cose molto più lente; la pessima rete logistica sulla quale l’esercito poteva contare rallentava ogni spostamento, a queste condizioni andavano aggiunti i bombardamenti della Luftwaffe che rendeva le poche vie ferrate inutilizzabili per lunghi periodi.

Il materiale da spostare era di notevole ingombro, 9.000 cannoni, 1.000 lancia razzi Katiusa, 500.000 fucili, 80.000 armi automatiche, 17.000 mitragliatrici. Carichi enormi che dovevano viaggiare su strade di fortuna.

Altro problema che fece posticipare l’inizio dell’operazione, era la difficoltà dello spostamento anche delle truppe che dovettero attraversare il Volga con mezzi di fortuna, l’esercito aveva infatti organizzato le cosiddette “zone di attraversamento“, allo spostamento degli uomini si aggiungeva il complicatissimo spostamento dei mezzi. Attraversarono il Volga 160.000 uomini, 10.000 cavalli, 430 carri armati, 6.000 cannoni e 14.000 veicoli. Lo stesso problema lo si riscontrò sul Don dove furono costruiti 20 ponti.

Il 19 novembre 1942 la controffensiva russa ebbe inizio, fu spietata e veloce, una velocità dettata dall’esigenza di dover sfruttare l’effetto sorpresa che in russo prende il nome tecnico di Maskirovka. Hitler decise di mantenere le posizioni, di intestardirsi in una folle difesa, fino alla morte di ogni singolo soldato. Il 23 novembre i due rami dell’esercito russo si incontrano a Sovetskij, ma la guerra non era finita, molti tedeschi continuarono a resistere, Stalingrado deve essere ancora liberata, ed il cammino verso la fine del più grande conflitto che l’umanità ha vissuto è ancora lunga.

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L’Incontro dell’Armata Rossa a Sovetskij, il 23/11!1942

Ci vorranno ancora anni prima di quel 2 maggio 1945, giorni in cui si conclude la battaglia di Berlino e sulla Porta di Brandeburgo sventolerà la bandiera rossa. Saranno ancora moltissimi i morti, le sofferenze di un intero continente, ma questa è un’altra storia.

Oggi ci fa piacere ricordare l’inizio della controffensiva russa, l’inizio della fine della seconda guerra mondiale

 

 

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