PD IRPINO “ASSEMBLEA PROVINCIALE 2 LA VENDETTA”

Domenica 29 per le ore 09:30 è convocata, presso l‘Hotel Belsito di Manocalzati, l‘Assemblea provinciale del PD irpino. La notizia giunge prima sui giornali e poi ai 100 delegati che dovranno ritrovarsi a discutere un ordine del giorno di due punti: 1. Linea politica ed organizzativa; 2. Adempimenti Commissione di Garanzia provinciale.

L’Odg è lo stesso dell’Assemblea fantasma del 31 ottobre, quella della fuga del segretario e della sua componente. Nulla è cambiato dunque, le firme per il documento di sfiducia ancora non sono state presentate, anche se potrebbero arrivare nelle prossime ore. La presidente Santaniello, giocando d’anticipo, ha convocato l’Assemblea e le minoranze stanno cercando di trovare una quadra che possa garantire una tranquillità numerica se si dovesse arrivare alla conta finale.

Purtroppo il Partito Democratico irpino sembra fermo nella palude stagnante di un dibattito tutto interno, che rischia di allontanare completamente i militanti e gli elettori stanchi di questi teatrini, sfiniti dalle interviste dei burattini e dei burattinai e dalle accuse trasversali lanciate quotidianamente con ogni mezzo e verso ogni direzione.

Nulla è stato fatto per quanto riguarda il comune di Avellino, quello che sembrava un scelta forte, la decisione della Segretaria regionale Assunta Tartaglione di affidare la gestione della crisi del gruppo PD al Consiglio Comunale della città capoluogo all’onorevole Paris in qualità di responsabile enti locali della Segreteria nazionale, si è invece rivelata l’ennesima riproposizione di quel metodo sterile, ormai diventato norma, che si fonda sul non intervento di un partito che in città e in provincia non esiste e che troppo spesso si è annullato per permettere ad alcuni di costruirsi i propri orticelli.

Domenica mattina andrà in onda il secondo episodio di una telenovela che ha stancato un po’ tutti, De Blasio non ha molte vie d’uscita se non le dimissioni,  che se fossero state date nei tempi e nei modi giusti, sarebbero state la migliore exit strategy. Purtroppo l’ostinazione, la convinzione di poter andare avanti nonostante la mancanza di un segreteria, la testardaggine di poter traghettare il partito da uomo solo al comando, lo hanno portato a far impantanare il PD in una palude, dalla quale il partito potrà uscire solo se questa organizzazione, i suoi dirigenti, i suoi militanti, gli iscritti e tutti coloro che guardano con interesse e speranza a questa comunità, riusciranno a dare una prospettiva nuova, che possa finalmente parlare di futuro.

 

I democratici irpini hanno voglia di iniziare una fase nuova, fatta da volti, parole e aria nuova. I militanti veri, quelli che quotidianamente si impegnano sui territori e che con sacrifici personali fanno vivere il partito negli angoli più isolati della provincia, avvertono l’esigenza di ridare al PD la sua funzione, il suo ruolo e la dignità che merita.

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