PUTIN TORNA AD ESSERE SOCIALMENTE ACCETTABILE

Sembra una scena di un film americano di quelli di guerra, un po’ James Bood, un po’ caccia a Ottobre Rosso. Il protagonista però è Putin che, affiancato dal ministro della difesa russo Soigucon con alle loro spalle una mappa luminosa della Siria, dal Centro Operativo per la Difesa Nazionale russo, si mettono in collegamento radio con il capitano dell‘incrociatore Moskva, la nave ammiraglia della flotta russa che dal Mediterraneo ha il compito di difendere le installazioni russe in Siria. Le parole di Putin faranno il giro del mondo e vengono pronunciate in diretta tv.

<<Una flotta navale, guidata dalla portaerei Charles de Gaulle, sta arrivando nella sua zona d’azione. Dovrà mettersi in contatto con i comandanti francesi e trattare loro come alleati>>

Putin torna ad essere un alleato socialmente accettabile per l’occidente; gli attentati di Parigi lo hanno riabilitato, gli hanno ridato quella credibilità internazionale che aveva perso dopo i fatti ucraini. Eppure sono passati pochi mesi da quando proprio la Francia ha annullato la vendita alla Russia di due porta-elicotteri d’assalto a causa delle sanzioni che avevano colpito la Federazione Russa dopo la guerra in ucraina.

Hollande sarà a Mosca per la sera del 26 di ritorno da Washington per parlare di come gestire la questione siriana.

Le relazioni internazionali mutano con il contesto e chi prima era il nemico, può trasformarsi in un alleato utilissimo per la soluzione di un problema comune.

Lunedì notte il capo dell’intelligence russa, Alexander Bortinkov, aveva dichiarato <<è stato un atto terroristico>> quello che ha abbattuto il charter della Metrojet con 224 persone a bordo, sono state ritrovate tracce di esplosivo a bordo.

Putin è stato duro nella reazione ha usato parole drammatiche e ha alzato il livello dello scontro con l’ISIS, in un intervento in diretta televisiva ha infatti dichiarato:

<<Non è la prima volta che la Russia deve confrontarsi con crimini così barbari. Le lacrime saranno sempre nei nostri cuori e nelle nostre anime. Ma questo non ci fermerà dal dare la caccia ai colpevoli. Li cercheremo ovunque, li troveremo in qualunque posto del mondo si nasconderanno e li puniremo. La nostra azione in Siria non solo proseguirà, ma verrà rafforzata, in modo che i criminali capiscano che la punizione per loro è inevitabile>>

25 bombardieri Tupolev hanno infatti colpito Raqqa, capitale del Califfato, colpendo 206 obiettivi in 127 missioni, anche un sommergibile è stato impiegato, il Rostov-na-Donu, con il quale sono stati lanciati 34 missili che hanno colpito Idllibr, Aleppo e Raqqa.

Il Pentagono assicura che Mosca, come previsto dai protocolli di sicurezza decisi in ottobre tra i due stati, ha avvertito preventivamente i comandi statunitensi dei raid.

Tutto sembra essere cambiato per Putin, quello che per mesi è stato l’uomo da evitare negli incontri internazionali, si è invece trasformato nell’uomo con il quale decidere del futuro del mondo. Sarà difficile però riabilitare la sua persona agli occhi di un’opinione pubblica occidentale che lo ha visto per mesi come un mostro reazionario che metteva in pericolo ogni equilibrio internazionale. Basti pensare ai dibattiti per le primarie americane, nei quali chi come Trump si diceva convinto che con Putin sulla Siria si dovrebbe trattare, era stato accusato e deriso anche dai suoi stessi compagni di partito.

In una fase come questa, di totale instabilità, Putin inizia a giocare quel ruolo centrale in politica estera che ha sempre cercato. I rapporti con Obama, che sembravano essere completamente chiusi, ora dovranno riaprirsi, la regola principale dei rapporti internazionali sta proprio nel fatto di non assumere mai posizioni troppo intransigenti ma anche nel saper mutare le proprie convinzioni con il mutare delle condizioni.

Putin torna ad essere un alleato senza il quale le potenze occidentali non possono risolvere la crisi Siriana e senza il quale non è possibile trovare una via d’uscita da quel tunnel nel quale ci infilammo con la guerra in Afganistan.

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