Ricordare la Shoah oltre le banalità
Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono i campi di concentramento nazisti di Aushwitz e Birkenau, ed è per questo che oggi si commemora la Shoah, quello sterminio che avvenne al centro del nostro continente, davanti al quale tutti chiusero gli occhi, tutti girarono la testa dell’altra parte e nessuno volle sapere.
Oggi ha ancora più senso ricordare ciò che accadde, ha senso nella misura non della commemorazione sterile, banale e piagnucolosa ma per trasmettere, raccontare e far conoscere alle nuove generazioni europee ciò che i nostri popoli fecero e come fu facile compiere uno sterminio di proporzioni enormi senza che nessuno si indignasse.
Oggi il nostro continente è spaventato, in balia delle destre e dei populisti, i quali, come allora, individuano un nemico al quale imputare tutti i problemi e sul quale sfogare le paure offrendolo alle piazze impaurite, alle masse impoverite e alla nuove generazioni arrabbiate. L’Europa di oggi inizia a provare le stesse pulsioni e gli stessi sentimenti che allora portarono l’intera umanità in uno dei tunnel più bui della sua storia.
Ed è per questo che il 27 gennaio non può ridursi solo ad una giornata di pianti, foto e parole retoriche, e per evitarlo dovremmo squarciare questa patina di buonismo, eliminare per sempre dai discorsi le accuse alle vittime, smetterla di collegare quello che accadde allora con ciò che oggi fa Israele, iniziare a capire, una volta per sempre, che la storia va condivisa ed accettata anche nelle sue pagine più indegne.
I campi di concentramento, le leggi razziali, le discriminazioni e le violenze inferte al popolo ebreo sono una storia tutta europea, di sicuro quello non fu l’unico olocausto, si pensi ai vari pogrom dell’est, si pensi agli armeni in Turchia, si pensi ai rom, ai vari stermini che avvengono quotidianamente nel mondo. La realtà è che la Shoah fu l’olocausto di stampo europea, fatto sulla base delle leggi di mercato, portato avanti da un sistema politico, quello nazista, basato sull’esaltazione dello stato nazionale e dell’imperialismo. Lo sterminio degli ebrei fu una delle conseguenze della nostra civiltà, del nostro comodo mondo europeo, fu per questo motivo che nessuno volle vedere, fu per queste ragioni che nessuno si indignò ed è per questo che tutti i popoli, l’intera umanità è colpevole dei vari olocausti e stermini che avvengono anche oggi proprio mentre noi siamo intenti a ricordare quello ebreo.
Oggi le parole si sprecheranno sui social saranno condivise foto, frasi e commenti che riporteranno a galla la banalità del nostro tempo fatta di appetenze e di solitudine, oggi si compirà l’ennesima inutile commemorazione. C’è l’urgente bisogno di riportare l’attenzione sul valore che il ricordo di quella tragedia può avere per il nostro presente per evitare che la storia si ripeta, per impedire che l’Europa torni ad inseguire le sue paure e le sue violenze.
Oggi più che mai le condizioni internazionali possono riproporre gli stessi schemi e le stesse intolleranze di allora, in una realtà con un nuovo nemico ma con le stesse paure, gli stessi istinti e lo stesso odio. Ricordare la Shoah vuol dire riscoprire le fondamenta di una società capace di includere, di un sistema di convivenza capace di riconoscere i diritti fondamentali e le libertà di ogni singolo individuo, di una collettività capace di indignarsi davanti alle violenze e ai soprusi. Ricordare quella pagina della nostra storia significa fare i conti con il nostro passato e iniziare finalmente a costruire un presente di pace e libertà.
Quindi lasciamo da parte le banalità e diamo a questa giornata la serietà ed il valore che merita.